(a cura dell’Associazione Culturale Il Pellicano)

Perugia, dicembre 2006


Il progetto, gli obiettivi, le finalità

L’associazione culturale ‘Il Pellicano’ nasce a Perugia nel 1997 e svolge da allora attività di ascolto e sostegno terapeutico nei confronti di persone con disturbi del comportamento alimentare.

A quasi dieci anni dalla costituzione, intendiamo rivitalizzare la nostra attività teorico-metodologica attraverso un progetto di studio della sindrome definita disturbo del comportamento alimentare a partire dai materali d’archivio già presenti nella nostra associazione.

I disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, disturbi alimentari incontrollati, e obesità), attualmente sono oggetto di attenta analisi, in quanto colpiscono non più solo fasce infantili e adolescenziali della popolazione mondiale ma anche soggetti adulti.

Generalmente si tende ad imputare l’insorgenza di un disturbo alimentare ad un fallimentare rapporto familiare o alle esigenze estetiche imposte attualmente dal mondo della moda.

Come sempre però il punto di origine si trova nel mezzo di una miriade di fattori.

Questi verranno analizzati nel corso del nostro lavoro di studio e sistemazione dei materiali (bibliografici ed empirici), consentendo in seguito la fruibilità del materiale organizzato anche da parte dei contesti scolastici o dei familiari che vorranno essere sensibilizzati mediante attività di seminari e gruppi d’incontro, alla problematica dei disturbi del comportamento alimentare.

Come vedremo meglio in seguito, infatti, questo nostro lavoro vuole tendere alla costituzione di un Centro di Documentazione, all’interno dei locali della nostra associazione.

Esamineremo con una prospettiva psico-storico-antropologica, le tematiche inerenti l’estetica e la corporeità.

Per quanto riguarda il primo tema, riteniamo che sia opportuno ripercorrere, sia dal punto di vista iconografico che da quello teorico, i cambiamenti dei gusti estetici avvenuti in Occidente almeno a partire dall’anno 1000 fino ai giorni nostri.

Parimenti, saranno esaminate le scelte estetiche effettuate da società non occidentali e dalle comunità etnografiche attualmente esistenti.

Il corpo, del resto, può essere pensato come un involucro che ci sostiene e protegge nell’incontro con l’Altro.

Se si accetta questa premessa, si comprende quanto sia delicato sperimentare un valido rapporto con la propria corporeità, soprattutto se siamo in presenza di un disturbo del comportamento alimentare che notoriamente distorce la percezione dei confini somatici.

Intendiamo consentire lo sviluppo consapevole di atteggiamenti e comportamenti inerenti il vissuto alimentare e corporeo anche mediante le attività che già svolgiamo nei nostri laboratori.

Come diremo meglio in seguito, gli incontri laboratoriali di gruppo hanno già consentito a molti utenti e ai loro familiari di essere ascoltati e sostenuti, ebbene, vogliamo incrementare questa nostra attività e renderla disponibile per un numero ancora maggiore di persone.

Ora vediamo più in dettaglio questa nostra proposta.

Il Centro di Documentazione

Come abbiamo precedentemente detto, la nostra associazione dal 1997 svolge attività teorico-metodologica e terapeutica nel campo dei disturbi del comportamento alimentare.

Durante questo lungo percorso, abbiamo svolto ricerche sui temi in questione, come anche raccolto testimonianze da parte dei singoli e dei gruppi che si sono rivolti all’associazione.

Nostro intento, ora, è rendere organico il materiale fin qui reperito, sottoponendolo ad analisi teorico-metodologica e rendendolo fruibile sia agli addetti ai lavori che a chiunque voglia interessarsi a questi argomenti.

La costituzione di un Centro di Documentazione, così, se da un lato consente di recuperare alla memoria vissuti soggettivi di disagio in campo alimentare, dall’altro permette di analizzare la trasformazione che questa sindrome ha subito nel corso del tempo.

Inoltre, la nostra associazione, si caratterizza per una scelta di metodologia clinica particolarmente innovativa che ha dato vita ad un protocollo d’intervento.

Tale metodologia vorremmo continuare ad analizzare e monitorare mediante un approccio teorico ampio e multiforme.

Inoltre, intendiamo attivare contatti con altri centri nazionali ed europei che come noi si occupano di studiare i disturbi del comportamento alimentare per realizzare assieme progetti di ricerca che possano dare un utile contributo ad una educazione alla salute che passi anche e soprattutto attraverso l’uso sano dell’atto alimentare.

A questo proposito, intendiamo elaborare un questionario tematico che in una prospettiva di ricerca qualitativa possa essere rivolto a medici di base e pediatri alfine di individuare la conoscenza che mostrano di avere circa il fenomeno dei disturbi del comportamento alimentare e relativamente alle modalità di approccio e di cura dei soggetti coinvolti.

E’ nostro desiderio fornire il Centro di Documentazione di un proprio sito internet ove raccogliere e diffondere materiali di informazione, ricerca e quant’altro possa essere utile ad interfacciare un numero sempre più ampio di soggetti, enti, centri e associazioni con i quali costruire una rete di reciproco sostegno e partenariato per ogni progetto si riveli favorevole alla comune crescita teorico-pratica.

Nell’ambito del Centro di Documentazione, inoltre, intendiamo dare vita ad uno sportello di ascolto e informazione (sull’attività svolta dall’associazione e da altre realtà presenti localmente o a livello nazionale) aperto al pubblico.

In questo spazio sarà possibile consultare oltre ai materiale d’archivio dell’associazione, anche i risultati derivanti dalle attività di ricerca svolte dalla stessa.

Da considerare, infatti, la particolarità di Perugia, città-culla che accoglie studenti provenienti da varie parti d’Italia e del mondo.

Il Centro di Documentazione, così, potrà essere un utile strumento per monitorare il fenomeno dei disturbi del comportamento alimentare anche in una prospettiva, oltre che medica, socio-antropologica, consentendo cioè di evidenziare le sfumature e le varianti transculturali che sempre di più questa sindrome va assumendo.

I laboratori

All’interno della nostra associazione si utilizzano alcune tecniche artistico espressive (fotografia, scultura, pittura, etc.) per veicolare i profondi significati connessi alla corporeità e all’atto alimentare.

Inoltre vengono svolti gruppi tematici specifici, rivolti a soggetti con disturbi del comportamento alimentare e ai loro familiari, alfine di migliorare la comprensione e la comunicazione di un fenomeno medico e sociale al suo interno articolato e cangiante.

E’ nostro desiderio proseguire nell’attività laboratoriale, momento non solo connesso alla terapia ma anche all’incontro tra i pazienti, tra loro e i familiari, tra i familiari, che si confrontano in modalità linguistica e metalinguistica circa i contenuti e i simboli espressi dai disturbi del comportamento alimentare.

In questo senso, intendiamo sostenere e incrementare l’attività laboratoriale di accoglienza e ascolto rivolgendola a quanti vogliano interrogarsi sulle peculiarità, anche problematiche, connesse all’atto dell’alimentarsi, alla percezione corporea e al vissuto emozionale (anche in una prospettiva di auto mutuo aiuto, in quanto un nostro intento è attuare una opera di sensibilizzazione alla mutualità tra soggetti che vivono variegate forme di disagio esistenziale, tra cui problematiche più o meno definite connesse ai disturbi del comportamento alimentare).

In altri termini intendiamo dare un contributo alla prevenzione delle sindromi legate ai comportamenti alimentari distorti, quindi a quella crescita umana e sociale che consentirà uno sviluppo di atteggiamenti e pratiche sane connesse alla percezione del corpo e all’uso del cibo.

Possibili impieghi dei dati rilevati

I risultati di questa ricerca consentiranno evidentemente una migliore ricostruzione psico-socio-antropologica delle dinamiche gravitanti attorno alla problematica del disturbo del comportamento alimentare.

Potrebbero anche essere largamente utilizzati dalle strutture sanitarie alfine di meglio comprendere il versante “popolare” relativo ad atteggiamenti e stereotipi concernenti la salute, i vissuti di malattia mentale, le attese di guarigione.

Ma i risultati di questo nostro intervento potrebbero anche dar luogo a convegni, seminari, conferenze e altri eventi pubblici al di là di quelli già proposti in questo nostro progetto.

E potrebbero anche coinvolgere in successive operazioni di declinazione, istituti scolastici di ogni ordine e grado, come pure centri di studio, enti pubblici e privati e quant’altre realtà risultino interessate alle tematiche indagate e a fruire dei risultati prodotti.